Luogo

Taranto
Taranto, TA
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Data

29 Mar 2018 - 31 Mar 2018

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Regione Puglia

I riti della settimana Santa a Taranto

È un’atmosfera ricca di suggestioni e carica di pathos quella che caratterizza la Settimana Santa in Puglia. Dal Gargano alla Magna Grecia e il Salento, città e paesi conservano una dimensione autentica del patrimonio di tradizioni legato agli antichi riti che precedono la Pasqua.
La sacra liturgia e la pietà popolare rivivono nelle tradizionali processioni. La curiosità del visitatore diventa stupore ed emozione davanti al mistero dei volti degli incappucciati scalzi, dei lamenti e dei canti religiosi e il suono struggente delle marce funebri eseguite dalle locali bande musicali.
Tra le più imponenti,  le processioni del Giovedì e del Venerdì Santo a Taranto, che si snodano nelle viuzze pavimentate a lastrico della città vecchia e nel centro cittadino, un cammino di 14-15 ore ad andatura lentissima.

I Riti della Settimana Santa di Taranto costituiscono, per la città, l’evento più importante dell’anno sotto ogni aspetto, religioso, sociale e culturale.

Tutto ebbe inizio nel 1703, quando il patrizio tarantino Don Diego Calò ordinò a Napoli le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata. Una volta arrivate a Taranto, le statue furono collocate in una cappella gentilizia.

Da allora e per tutti gli anni e gli eredi a seguire, le confraternite di Taranto vengono radunate per la processione:  i riti cominciano la Domenica delle Palme, giorno in cui le due storiche Confraternite, ovvero quella di Maria SS. Addolorata e San Domenico e quella del Carmine, convocano i propri iscritti in assemblea.

Nel primo pomeriggio del Giovedì Santo ciascuna confraternita, dopo una “gara”  a suon di ingenti somme di denaro in cui ci si aggiudica l’onore di partecipare alle processioni del Giovedì e del Venerdì Santo, ed i posti più prestigiosi delle due processioni, iniziano ad uscire dalla Chiesa a coppie  e percorrono la città a piedi nudi, sostando inginocchiati dinanzi ai Sepolcri (più opportunamente chiamati Altari della reposizione) di ogni chiesa cittadina. Questi pellegrini sono chiamati “perdune”e simboleggiano gli antichi frates poenitentiae alla ricerca del perdono divino. Hanno un cappuccio aderente, con un forellino in corrispondenza degli occhi, e camminano a piedi nudi, lentamente, dondolandosi (“a nazzecate”). I “Perdune” devono rientrare nella chiesa madre entro la mezzanotte del Giovedì, quando, dalla Chiesa di San Domenico del Borgo Antico, parte la Processione della Madonna Addolorata che percorre le strade del Borgo Nuovo e del Borgo Antico per ritornare nella stessa chiesa di partenza.

La processione dell’Addolorata ha inizio a mezzanotte del Giovedì Santo, partendo dalla chiesa di San Domenico. La processione è aperta dal troccolante (Confratello che porta la troccola, tavola di legno nero orlata di argento con 4 maniglie di ferro, che produce un caratteristico rumore se agitata).Dopo il troccolante segue la prima banda, che esegue le marce funebri, le “pesare”, due bambini dal cui collo pendono due finti pesi in rappresentanza di quelli usati nelle Congreghe per infliggere pene e mortificazioni ai Confratelli responsabili di qualche mancanza. Segue la Croce dei Misteri, subito dopo le poste, intervallate, ogni tanto, dai crociferi, che portano sulle spalle una croce nera di piccole dimensioni. Segue l’Addolorata, statua di legno con un lungo abito nero che porta nella mano destra un fazzoletto bianco e nella sinistra un cuore. La processione è chiusa dalla seconda banda. Quanto alla processione dei Sacri Misteri, essa esce alle 17 del Venerdì Santo. E’ aperta dal troccolante con una troccola color legno, seguito dalla prima banda che, a sua volta, precede il Gonfalone. Subito dopo viene la Croce dei Misteri, seguita dalle otto statue che compongono la processione (Gesù nell’orto del Getsemani, Cristo flagellato, l’Ecce Homo, la Cascata, il Crocifisso, la Sacra Sindone, Cristo Morto, l’Addolorata). La seconda banda si colloca dopo la Sacra Sindone, mentre la terza chiude la processione. Il rientro avviene intorno alle 7 del Sabato Santo, quando prima che il sipario cali sulla Settimana Santa tarantina, avviene un rituale emozionante: il “troccolante”, infatti, con il volto rigato di lacrime, dà un colpo con la mazza e bussa tre volte contro il portone della chiesa del Carmine. Il portone si apre e le statue rientrano.

Un’esperienza da vivere per scoprire l’anima antica di una terra di fede e tradizione,un vero momento di coinvolgimento emozionale il cui effetto non è descrivibile con parole. Partecipare è l’unico vero modo per comprendere con pienezza il clima di totale partecipazione di ogni cittadino.

 

 

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